Koh Samui: Turistica, Riposante, Con Un Segreto Nascosto
2 ore di traghetto: sembra essere una costante dei nostri trasferimenti via mare, anche se questa volta la piccola viaggiatrice non ha fatto il solito sonnellino strada facendo. Lasciata Koh Tao siamo arrivati a Koh Samui con poche aspettative, visto come ce ne avevano parlato alcune persone incontrate in viaggio; l’isola si e’ invece rivelata carina, certo molto costruita, molto sfruttata turisticamente, soprattutto sulle spiagge principali, e anche la notte ricca di “servizi per turisti”, vedi incontri di Thai Box femminile e delle strane signorine che si agitavano attorno ad un palo stando in piedi sui banconi dei bar…)
Penso pero’ che avrebbe meritato di essere girata un po’ di piu’, per vedere sia i posti di mare un po’ piu’ “appartati”, sia l’interno (cascate, parchi con animali). Solo che l’isola e’ grande e si sarebbe dovuta noleggiare una macchina, mentre papa’ sognatore aveva deciso prima della partenza di non portare la patente, in modo da non essere “tentato” di noleggiare un’auto. Quindi, complice anche la pigrizia e un po’ di stanchezza che inizia ad affiorare dopo piu’ di due mesi “on the road”, abbiamo passato le giornate pigramente tra la spiaggia davanti al nostro Residence (anche questa volta ci siamo trattati bene, dormiamo in una villetta con 2 camere, sala e cucina) e la spiaggia vicina, spostandoci tra l’una e l’altra con taxi e Songthew (camioncini tutti colorati con due panchine nel cassone ed un tettuccio a coprire il tutto).
Anche qui Mamma Paziente ha continuato la sperimentazione dei vari tipi di massaggio, ma pare che lo scrub non sia stato di suo gradimento….ai massaggi si sono aggiunte le treccine, con la Piccola Viaggiatrice che e’ stata seduta per un’ora a farsi mettere le tanto desiderate perline colorate.
Verso la fine del soggiorno, il penultimo giorno, anche Samui ci ha svelato il suo gioiello nascosto: siamo infatti andati in gita in barca al parco marino di Angthong, uno splendido arcipelago di isole e isolotti verdissimi, selvaggi e tutti da scoprire. La gita ci ha portato solo su 2 delle 42 isole: sulla prima abbiamo fatto una terribile arrampicata, premiata da una fantastica vista sull’arcipelago.
Sulla seconda abbiamo invece visto la laguna verde e ci siamo poi dedicati al kayak: devo dire che pagaiare un’oretta in quelle acque tranquille (anche se purtroppo eravamo circondati da altri 20 kayak della nostra gita :-(() e’ stato proprio piacevole, forse il kayak merita un approfondimento…
Consiglio: se venite da queste parti e vi piacciono la natura, il mare e le spiagge incontaminate, lasciate perdere Koh Samui e passate qualche notte al campeggio del parco marino, affittando un bungalow o una tenda…certo, non c’e’ l’acqua calda e la corrente elettrica se ne va alle 23, ma e’ un piccolo prezzo da pagare per potere girare in kayak tra queste splendide isole, scegliere ogni giorno una spiaggia diversa e magari incontrare da vicino i delfini che noi abbiamo solo potuto avvistare dal barcone.
Ciao ciao Thailandia, si torna in Malesia!
Rilassarsi E Perdere Il Conto Dei Giorni A Koh Tao
Capita di passare il tempo su una bella isola, tra spiagge, mare trasparente e snorkeling per vedere pesci e coralli, facendosi prendere dal tranquillo tran tran della vita da mare, tanto da perdere il conto dei giorni e ritrovarsi a chiamare la banca in Italia per fare un’operazione di Sabato mattina, con la signorina dall’altra parte del telefono che, un po’ interdetta, si prende 30 secondi di pausa per chiedere ai colleghi se per caso quel Sabato qualche mercato finanziario e’ aperto e che poi, fin troppo gentilmente, dice “Signor Papa’ Sognatore, ma oggi e’ Sabato e non si puo’ operare…”, al che seguono improvvisa presa di coscienza e scuse borbottate con riaggancio veloce…
Koh Tao e’ infatti un’isola tranquilla anche in questa prima settimana di Agosto che dovrebbe essere piu’ o meno il culmine dell’affluenza estiva…al contrario, qui ci sono ancora spiagge tranquille, soprattutto la mattina, quando i tanti ragazzi che la notte fanno baldoria si riposano. Le spiagge non sono moltissime, forse una decina, l’isola ha piu’ o meno le dimensioni dell’ultima dove siamo stati (Pulau Tioman, in Malesia), ma la Thailandia e’ un paio di decenni piu’ avanti in quanto a turismo organizzato, e quindi non ci sono problemi a trovare un buon ristorante, un supermercato o un mezzo di trasporto.
Qui ci si sposta su dei pick-up con due panchette sistemate nel cassone, si puo’ anche stare seduti nell’abitacolo ma stare nel cassone fa molto piu’ figo…Il pick-up serve anche per la trazione integrale e le marce ridotte: ci sono delle salite in cui e’ necessario fermarsi, inserire le ridotte e salire piano piano, con un po’ di timore di cadere giu’ da parte di quelli che fanno i fighi nel cassone (vero Mamma Paziente? ). Per esempio, la salitella finale che porta al nostro appartamento ha una pendenza di circa 45 gradi (esagero? Tutto il sudore che ho versato lo conferma, se non ho perso 2 chili stavolta…), tanto che qualcuno di noi preferisce affrontarla all’indietro! E una volta arrivati in cima, per non farsi mancare niente, due bei piani di scale…hai voluto la terrazza vista mare? Adesso pedala!! Ci sono poi le solite barche chiamate “long tail” a causa dell’asta che collega il motore (a vista) all’elica e che ti portano un po’ ovunque, a fare il giro dell’isola oppore sull’ isoletta vicina.
Noi pero’ abbiamo trovato il nostro piccolo angolo di tranquillita’ proprio nella spiaggia che raggiungiamo a piedi dal nostro appartamento, un tratto ben riparato, con l’acqua sempre bassa e calda (pure troppo, nel pomeriggio sembra brodo di tartaruga…) e un ristorantino proprio li dietro con buon cibo economico, altalena, biliardo (che i due Viaggiatori Curiosi hanno ampiamente sfruttato) e vista sul tramonto sul mare.
Il posto piu’ bello che abbiamo visto e’ stata però l’isoletta vicina, Koh Nang Yuan, un piccolo gioiello che da sola meriterebbe il viaggio fino a qua. Forse l’avrete gia’ vista nelle foto, e’ in realta formata da due isolotti uniti da una lingua di sabbia che va a formare tre spiagge, ma forse con un’immagine ci si capisce meglio:
Lasciamo quindi Koh Tao con un po’ di nostalgia, anche perché le due o tre persone a cui abbiamo detto che andavamo a Koh Samui hanno fatto una faccia…speriamo bene!!
Bangkok: Un Po’ Venezia, Un Po’ Metropoli, Un Po’…Thailandia
La settimana a Bangkok e’ stata un po’ una “pausa” nel viaggio, un riposarsi e tornare alla normalita’ della vita in famiglia. Quando ho pensato alle diverse tappe di questo viaggio, visto che questa settimana capitava un po’ nel mezzo dei tre mesi, mi ero detto che, dopo 50 giorni di hotel e ristoranti a colazione, pranzo e cena, sarebbe stato bello tornare a cucinare qualche sano piatto italiano e ad avere degli spazi che non fossero quelli di una camera d’albergo. Così e’ nata questa scelta di stare in un bell’appartamento, per la verità un po’ costoso per gli standard Thailandesi (e anche per il budget del nostro viaggio…), ma tant’e’…quando ci vuole, ci vuole!
Alla fine, tra i ricordi piu’ vivi di questo nostro primo contatto con la Thailandia, restera’ sicuramente questa nostra casa temporanea, con i suoi gradevoli spazi (finalmente un po’ di posto per fare i compiti in santa pace), il lusso della piscina (che abbiamo usato), della sauna e della palestra (che non abbiamo usato), e anche il fatto che fosse appena al di la’ del fiume, per cui ad ogni spostamento la prima cosa che dovevamo fare era prendere il traghettino che per 10 centesimi a testa ci portava sull’altra sponda, quella “da visitare”.
Bangkok infatti, pur essendo diventata metropoli da molto tempo, ha ancora un legame molto stretto con il fiume ed i molti canali che ancora la attraversano: i battelli che salgono e scendono lungo la corrente, quelli che attraversano il fiume da una sponda all’altra e quelli che portano a spasso i turisti si incrociano infatti in un balletto pittoresco (e a volte fumoso e rumoroso) che ha un suo lato affascinante.
Cosi come hanno un che di pittoresco anche le casupole fatiscenti allineate lungo le sponde del fiume che praticamente si appoggiano ai grattacieli degli hotel di lusso e ai costosi ristoranti con terrazza…casupole che pero’ ricordano l’altra faccia della metropoli, quella lontana dallo sky train e dai centri commerciali del moderno centro citta’, quella piene di case – laboratorio dove al pianterreno si cuciono borse o si montano giochi per bambini mentre al primo piano si dorme (cosi’ era il quartiere vicino al nostro grattacielo).
La Bangkok turistica ci e’ comunque piaciuta, in particolare la zona del palazzo reale, molto appariscente e colorata, anche se non ce la siamo gustata del tutto per via della pioggia e dell’orario di chiusura: le 4 del pomeriggio!! e noi che siamo arrivati alle 3….Impressionante il Budda disteso all’interno del tempio principale, tutto dorato e con i piedi di madreperla.
Ci ricorderemo anche dei rumorosi Tuk Tuk e della loro guida a volte spericolata tra i serpentoni di auto, del maiale che qualche volta abbiamo visto mangiare tranquillamente all’entrata del molo per la barchetta quotidiana, dei ragazzi che giocavano ad uno strano sport in cui ci si lancia una palla di rattan da una parte all’altra di una rete senza usare le mani (credo che si chiami????? ) e, anche qui, delle tante persone che hanno avvicinato la Piccola Viaggiatrice per farle i complimenti (“You are so cuuuute…”) o per scattare una foto con lei….mi sa che stia cominciando a montarsi la testa!!
Addio Bangkok, il mare delle Thailandia ci aspetta!!
Finalmente A… Casa?!
No, tranquillli, non abbiamo preso biglietti aerei anticipati per tornare a casa, siamo ancora qui a Bangkok. Solo che stare qua (in un appartamento meraviglioso) mi ricorda un po’ la mia estate a casa: svegliarmi con le voci della mia famiglia, fare colazione con latte e cereali, cenare a casa piatti cucinati da papà e andare a fare la spesa. Certo, la città è molto diversa, quando mi affaccio alla finestra di casa di solito non vedo palazzi e grattacieli, ma un prato e un pollaio. Per visitare la capitale della Thailandia è necessario prendere tutti giorni una barca per attraversare il fiume e raggiungere la sponda opposta, e poi naturalmente bisogna prenderne un’ altra per raggiungere la zona della città desidarata (Bangkok è enorme ed ha un sacco di abitanti). Poi, a piedi o in tuktuk
(diversi da quelli della cambogia: un po’ più piccolini e più adatti a stare ore imbottigliati nel traffico, che nemmeno qui manca) si raggiunge un tempio o palazzo reale, la collina dorata o il centro di Bangkok (che solitamente si raggiunge con lo Skytrain). I templi di Bangkok sono completamente diversi da quelli della Cambogia: qui sono nuovi, con i tetti spioventi e le rifiniture d’oro, le statue sembrano più di plastica che di altro e certo non fanno parte di un sito archeologico. Mentre in Cambogia era tutto in roccia, rovinato e c’erano veramente troppi scalini, difficilisssimi e faticosi da salire. Anche il palazzo reale è nello stesso stile, ma poche parti sono aperte ai visitatori. Purtroppo abbiamo sempre beccato pioggia che ci ha impedito di seguire esattamente i programmi di Papà Sognatore, ma non di utilizzare la piscina del sesto piano. Insomma, Bangkok è una classica giga-metropoli, con migliaia di centri commerciali e negozi di marca e concerti di 5 ore nel centro, che si contrappongono alla povertà della gente che chiede l’elemosina all’ uscita dello skytrain.