Una famiglia…tanta curiosità…un sogno….Il Mondo !

Archivio per giugno, 2012

Indonesia: Quanto Si Spende Per…

– Un pranzo o cena per 7 persone, ordinando una portata a testa, bevande (acqua, birra, coca, succhi di frutta fresca), qualche antipasto o dessert: 30 – 60 euro (tra parentesi, non penso di avere mai visto dessert scritto in così tanti modi: deesert, disert, desert, desser….a dire il vero tutti i menù sono abbastanza spettacolari, anche la parola spaghetti è declinata in parecchi modi, e ieri sera c’era la pizza Mari Nara! )
– Una birra da 66 cl: 2-3 euro, il tramonto sul mare è compreso
– Una camicia – pantalone – maglietta alle bancarelle dei posti turistici: 80 centesimi, con la venditrice che vi insegue gridando “one dollar, one dollar! “, come se fossimo tutti americani dollar-muniti
– Una bottiglia d’acqua da un litro e mezzo: 80 centesimi (10.000 rupie….si trova anche a 6.000, ogni tanto qualcuno ci prova a chiedere 15.000 ma basta accennare un sorriso e subito ritorna sulla retta via)
– Una camera o bungalow con aria condizionata, vista mare – sul mare – praticamente in spiaggia: da 17 euro (a nord o sud di Bali, lontano dai centri più turistici) a 42 euro (nelle località più turistiche e alle Gili)
– Noleggio di una bicicletta per un giorno: 2 – 3 euro
– Taxi per distanze brevi: 4-5 euro
– Trasporto in minivan per 7 persone da una parte all’ altra dell’isola, circa tre ore di viaggio: 42 – 58 euro
– Bemo (pulmino sgangherato senza portiera, trasporta fino a 9 persone + animali e ceste varie, fanno un percorso fisso e si fermano ad alzata di braccio in risposta a doppio colpo di clacson): da 10 centesimi (prezzo pagato dalla gente del posto) a 4 euro (50.000 rupie, prezzo richiesto alla sprovveduta e agli occhi del conducente presumibilmente ricchissima famiglia di turisti italiani)
– Una visita ad un tempio: da 0 a 3 euro
– Assistere ad una danza tipica Balinese: 6-7 euro
– Barca veloce per le isole Gili, andata e ritorno: noi abbiamo pagato 58 euro a testa, ma ci sono prezzi da 40 euro (se vi fidate del tipo che vi abborda al porto con l’eterna domanda “do you need transpooort? ” a 100 euro (se prenotate via internet stando comodamente seduti in poltrona)
– Barca lentissima per andare da una Gili all’ altra: 1,5 euro, e potete portare anche la bicicletta
– Massaggio a tutto il corpo più scrub, durata circa un’ ora e mezza, distesi sul lettino in spiaggia con vista tramonto sul mare e bevanda fresca di fianco al lettino: 8 euro (e non ditegli che saremmo disposti a pagare 10 volte tanto)

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Gili, Le Isole Della Prima Volta

Salutare le isole Gili e’ stata un po’ una cosa strana, la prima volta che in questa vacanza abbiamo lasciato un luogo in cui non faremo ritorno….siamo infatti tornati a Bali, solito viaggio in barca (questa volta molto piu’ tranquillo) e la sensazione di essere un po’ tornati “a casa”, con i galli nelle gabbie, i templi, le palme, le risaie…

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Pero’ gia’ c’e’ un po’ di nostalgia per le Gili, in particolare per Gili Meno, la piu’ piccola e tranquilla nella quale siamo stati solo per una gita di qualche ora e che invece avrebbe meritato un soggiorno di qualche giorno, con quei romantici bungalows a 10 metri dalla spiaggia e dal mare pieno di corallo, di pesci e di tartarughe.

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Eh si, qui per la prima volta abbiamo nuotato con una tartaruga: quando mi e’ apparsa nella visuale della maschera, nuotando con una leggerezza insospettabile che la fa sembrare una creatura di altri tempi, mi sono proprio emozionato ! Nei giorni successivi l’incontro e’ poi diventato abituale, una visita al mattino ed una al pomeriggio, e loro sempre a “brucare” beatamente sul fondale.

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E’ stata anche la prima volta in cui mi sono sentito in balia di una corrente marina: non siamo dei grandi nuotatori, ed il nostro snorkeling in passato si era limitato a seguire le rocce di qualche scogliera nel Mediterraneo….qui la bellezza della vita subacquea ti porta ad esplorare sempre un po’ piu’ in la’, fino ad arrivare al punto che noi chiamiamo “deep blue” (mai visto Nemo ?), e proprio qui, mentre cercavo di stare vicino alla tartaruga, ho lottato contro la  corrente che pero’ mi ha portato via, inesorabile….adesso so cosa vuol dire “essere in balia della corrente”. Per fortuna basta rientrare dove l’acqua e’ profonda 3-4 metri e subito si riprende il controllo della situazione.

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La prima volta anche su isole senza mezzi a motore: una settimana alle Gili ci ha portato indietro di qualche decennio, con i carretti a cavallo a fare da taxi e le biciclette tornate ad essere il mezzo di trasporto per eccellenza (anche se trascinarle a piedi sotto il sole di mezzogiorno quando la strada sterrata diventa pista di sabbia  non e’ la mia attivita’ preferita….).

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Ed infine, per la prima volta in un luogo dai contrasti cosi’ marcati, dove il canto del muezzin ad ogni preghiera (indimenticabile quello delle 5 del mattino…) convive con le feste che durano fino alle 5 del mattino, alcool a fiumi e tutto il resto (ma offrire marjuana ad un papa’ che tiene la manina della figlia di 4 anni sara’ benvisto dal Corano?  Mah….). Gia’, perche’ Gili Trawangan, al contrario di Gili Air, ha decisamente scelto da che parte stare: e’ tutta al servizio del turista 20 – 25 enne, che vuole feste notturne, belle spiagge (da mezzogiorno in poi, che la mattina si recupera…) e incontri ravvicinati con l’altro sesso.

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Comunque bei ricordi, bellissime immagini di spiagge, tramonti e vita sottomarina….e se amate il mare e vi venisse l’idea pazzerella di fare un salto da queste parti, un consiglio: andate a Gili Meno, una settimana vi bastera’ per ricaricarvi per un anno intero!

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Viaggiare: Scoprire e Riconoscere

Prima di iniziare questo post devo dirvi ciò che intendo con la parola “riconoscere” : vedere con i propri occhi cose conosciute tramite libri, film,foto o stereotipi.

Invece con scoprire intendo proprio vedere cose che non immaginiamo… Cosa ho scoperto? Moltissime cose! Ad esempio che esistono posti in cui puoi non sentire il rumore dei motori (isole Gili), oppure ristoranti con topo (in Italia sarebbe già chiuso!), o posti in cui la bellezza delle spiaggie simil-caraibiche si contrappone  alla povertà della cittadina (Padangbay ). Ho anche scoperto che in vacanza c’è qualche possibilità che un gruppo di fotografi  e modelle ti faccia sloggiare da un posticino tranquillo per fare una pubblicità di costumi.

Invece ho riconosciuto le (apparentemente fragili) ragazze o donne che tengono in equilibrio sulla testa ceste pesantissime; l’omino con il cappello di paglia chinato sulle risaie.

Dopo un saluto a Ubud ci siamo trasferiti a Padangbay dove abbiamo goduto di spiagge simil-caraibiche… Certo, non comodissime da raggiungere! E poi il viaggio in barca… terribile! E pensare che lo dovremo ripetere tra un paio di giorni per tornare sull’isola di Bali! Destinazione, Gili Air, dove ci siamo sistemati in un bungalow bellissimo (con piscina) con tanto di bagno all’aperto! Anche a Gili Air la vacanza è stata balneare, e ha regalato ai meno pigri alba e tramonto sul mare.

Da Gili Air abbiamo preso un barchino pubblico (tanto temuto, ma si è rivelato un viaggio migliore di quello per Gili Air) e abbiamo raggiunto Gili Trawangan, dove siamo attualmente. Anche qui ci stiamo godendo il mare e… i pesci (mai stati nel paradiso degli amanti dello snorkeling?)! Sì, pesci, ma non solo! Oggi ho avuto la fortuna di vedere una tartaruga (come va, beelloo ?). Il primo giorno non è iniziato meglio (problemi tecnici con cartine e orientamento), ma a seguire è andato tutto bene, in particolare… Ieri! Il mio compleanno si preannunciava un po’ grigio, sapete no, uno di quelli senza torta nè regali, ma… non è stato così . La mattinata in spiaggia è stata molto piacevole, e nel pomeriggio… Abbiamo fatto la manicure! Ora ho le unghie blu con i fiorellini dipinti! La sera poi, siamo andati a mangiare, e la cena si è svolta con tanto di candeline sulla… pizza! E i regali… cartoncini, smalti e una borsa, e così concludo il mio primo post da tredicenne.

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Arrivederci A Bali, Isola Tra Le Isole, Benvenuta Gili Air

I primi segni che qualcosa fosse diverso li avevamo gia’ visti a Padangbay, dove la moschea e il canto del muezzin si mescolavano ai templi e al salmodiare dei bramini. (Il canto di migliaia di galli a qualsiasi ora del giorno e della notte invece non vi abbandona mai per tutta l’isola….)
Abbiamo infatti lasciato Bali, e qui a Gili Air l’atmosfera e’ completamente diversa: spariti i templi, spariti i galli da combattimento, Bali si conferma un mondo a se’ rispetto al resto dell’Indonesia.

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Un agitato viaggio in barca di due ore ci ha portati a Gili Air: agitato non per il mare, relativamente calmo, ma perche’ la Piccola Viaggatrice, poverina, ha avuto un attacco di vomito e altro (vi risparmio i dettagli) ancora prima di mettere piede fuori dalla guest house. L’attacco e’ durato per tutto il trasferimento al porto, il caos dei biglietti, la confusione del trasferimento dei bagagli, ed ha messo a dura prova la sanita’ mentale di mamma e papa. Poi, un minuto dopo esserci staccati dal molo, si e’ addormentata e, al risveglio, fresca come una rosa, ormai in vista della spiaggia di arrivo, ha esclamato: “Bello questo viaggio in barca, mi e’ piaciuto proprio tanto !”.

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Gili Air e’ un’isola al largo di Lombok, misura circa 1,5 per 1,5 km, non ci sono mezzi a motore ma solo carretti trainati da cavalli (cidomo) e biciclette. L’atmosfera che si respira qui e’ un po’ una via di mezzo tra il tranquillo rifugio alla Robinson Crusoe’, perfetto per le famigliole come la nostra (anche il popolo del wi-fi + cellulare  qui va in crisi, perche’ la connessione c’e’ in pochi posti ed e’ lleeeeennnnnttttaaaa, e il cellulare non prende bene ovunque) e il clima da Happy Party All Night Long (qua’ e la’ spuntano cartelli che pubblicizzano Magic Mushrooms + Cocktail dai nomi improbabili, tipo Hypnotrance…)…..come se l’isola non avesse ancora deciso da che parte buttarsi. Speriamo che rimanga cosi’, al momento il mix e’ simpatico.

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Per il resto sono stati tre giorni di relax e mare, le spiagge non sono molto grandi ma naturalmente il mare gia’ a pochi metri da riva mette in mostra tutta la sua esuberante vita subacqua (anche se i coralli morti sono un po’ troppi….). Il solito onnipresente ristorante ialiano ci ha fornito buone pizze e focacce come intermezzo alla cucina indonesiana e gli ottimi gnocchi al pomodoro sono stati fondamentali per risistemare il pancino della Piccola Viaggatrice. Abbiamo anche preso le prime gocce di pioggia asiatica, che questa mattina sembrano essere lacrimucce di saluto per la nostra ormai prossima partenza. Destinazione?  Gili Trawangan!

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Siete Mai Stati Nel Paradiso Dei Fotografi?

Che tu sia un fotografo dilettante con una compatta da 100 euro o un professionista con super reflex multiobiettivo che costa come un’utilitaria, penso che Bali sia un sogno ad occhi aperti. L’unione dei colori della natura, dei fiori sparsi ovunque, dell’architettura dei templi con tutte quelle decorazioni ricche di statue di animali-mostri, delle risaie terrazzate con i vulcani sullo sfondo, e non ultimo del colore e del sorriso della gente del posto creano un miscuglio di sensazioni visive che spingerebbero chiunque a scattare una foto ogni tre passi. E meno male che hanno inventato le macchine digitali, che permettono di vedere le foto e distinguere quelle che effettivamente hanno colto l’attimo fuggente intravisto dall’occhio qualche secondo prima e di conservarne a centinaia in una schedina di plastica di due centimetri per due!

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Negli ultimi giorni a Bali ci è capitato proprio questo; la nostra guida (Coco Banana il nome d’arte, Wayan il vero nome….ma il discorso sui nomi balinesi sarebbe lungo….) ci ha portato in giro tra vulcani, templi e risaie, e abbiamo perfino fatto un salto a casa dei suoi suoceri per un saluto! Abbiamo scattato parecchie foto, anche se difficilmente un singolo scatto può trasmettere le impressioni che danno questi luoghi. Ubud si è confermato il cuore pulsante dell’ isola: i templi, la “foresta delle scimmie”, i musei, gli artisti ed anche i ristoranti pittoreschi ne fanno una meta che meriterebbe più tempo di quello che gli abbiamo concesso…..ci torneremo!

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Padangbay è un porto: come tutti i porti di questo mondo è sporca e un po’ sgarrupata, ma le spiagge che si raggiungono a piedi dalla nostra guest house arrampicata sulla collina (70 gradini ogni volta! ) rivelano finalmente la bellezza dell’ occeano indiano. Specialmente Blue Lagoon Beach ci regala una giornata particolarmente serena, con i tanti pesci di tutti i colori visti con la maschera (le pinne no, quelle non le abbiamo portate….), il pranzo a pochi metri dal mare e la piacevole passeggiata di rientro.

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E poi Coco nell’ultimo tour ci ha sorpreso, facendoci partecipare a ben due cerimonie: una da spettatori per la festa della dea dell’arte (c’erano tantissimi ragazzi delle scuole, chiuse per l’occasione, a portare le loro offerte al tempio “dei pipistrelli”) ed una invece da protagonisti al tempio madre di Bali, quello proprio sottto al vulcano sacro Gunun Agung, con tanto di spruzzata di acqua benedetta e manciatina di riso umido appiccicata sulla fronte.

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Da ultimo il Palazzo sull’acqua, piacevolmente diverso da tutti i templi visti nei giorni precedenti e nel quale abbiamo fatto un rinfrescante bagno nella piscina di acqua che scende dal vulcano, tutta per noi vista l’ora prossima al tramonto.

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Siamo così arrivati al momento di lasciare l’isola per andare alle Gili: a Bali torneremo tra 9 giorni, sperando che siano 9 giorni di mare e relax (ma l’inizio non è stato dei migliori !!!!).

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Bali, Un’Isola Da Scoprire A Poco A Poco

Eccoci qui, siamo a Bali da 6 giorni e piano piano stiamo iniziando a prendere confidenza con l’isola e le sue stranezze.

E gia’, perche’ se ci si ferma alla prima impressione si rischia di rimanere delusi….usciti dall’aeroporto ci si imbatte in un traffico pazzesco, piu’ di un’ora per fare pochi chilometri, e l’autista che dice “qui e’ sempre cosi’, da mattina a sera !”. Poi, arrivati a Sanur, destinazione “balneare’, si rimane delusi dalla spiaggia che, vicino alla nostra guest house, con la bassa marea risulta essere un po’ sporca e poco balneabile (alghe, barche, ….), tanto che anche la piccola viaggiatrice rinuncia alla solita danza nell’acqua bassa. Infine, la sera esci a cercare un ristorante per la cena, e la passeggiata di Sanur ricorda un po’ troppo quella di tante localita’ turistiche….negozi di abbigliamento, souvenir, gelateria, il ristorante italiano, bolognesa, carbonara, lasagna….

Si intuisce che qualcosa di diverso ci deve essere dalle decine di templi e altari che incontri in quelle poche centinaia di metri, e dalle ancora piu’ numerose offerte che rischi di calpestare (quelle a terra, che sono per gli spiriti maligni) o di far cadere (quelle sui tanti piccoli “altari” sparsi ovunque). E infatti piano piano l’essenza di Bali riesce ad emergere anche da sotto la spessa coltre del turismo di massa, quello tutto negozi e mordi-e-fuggi nei templi……..ti sembra di scoprire  quest’anima nascosta quando lasci la strada principale e nelle strade laterali vedi ancora tutti questi templi con le loro offerte, (allora non le mettono solo per impressionare i turisti !), quando sali sullo sgangherato Bemo (i piccoli furgoncini che fanno da taxi collettivo) e vedi il cestino con offerta e incenso appoggiato tra il cruscotto ed il parabrezza, la ritrovi quando la sera risalendo i 300 gradini che portano alle tombe reali vedi madre e figlia che preparano l’offerta del tramonto nel piccolo altare sulla loro risaia, per proteggerla dagli spiriti maligni.

E allora capisci che si, il turismo di massa e’ arrivato anche qui, che a Ubud (il cuore culturale di Bali, dove siamo ora) ci potra’ anche essere Starbuck’s sulla via principale, ma che l’orgoglio con cui i balinesi offrono ai turisti le loro danze tipiche e’ genuino, visto che quelle stesse danze fanno parte delle cerimonie religiose che scandiscono la vita di tutti i giorni. Belle, tra l’altro, queste danze….abbiamo visto la danza Kecak e la danza Barong, ed entrambe ci sono piaciute, una forma d’arte particolare e coinvolgente (tranne per la piccola viaggiatrice che mi e’ crollata dal sonno sulle ginocchia dopo i primi Cak Cak Cak Cak….).

Per il resto tutto bene, siamo stati in due belle guest house, la prima con piscina (di cui qualcuno ha approfittato a lungo, tanto da alzarsi la mattina alle 8 per avere piu’ tempo…), la seconda veramente balinese, con camere molto grandi al secondo piano e vista rilassante sui dintorni di Ubud. Anche dal punto di vista mangereccio le cose vanno abbastanza bene, i piatti indonesiani sono quasi tutti buoni, alcuni anche per chi non ama il piccante o le salsine dolciastre (queste un po’ difficili da evitare….), ma nei tanti ristoranti (la maggiora parte semivuoti, per fortuna l’alta stagione non e’ ancora arrivata, non oso immaginare come sara’ il traffico) si trovano anche piatti ‘internazionali’, tanto che qualcuno ha gia’ ordinato penne al ragu’, pizza al prosciutto e, udite udite, anche i tortelli di zucca….solo che erano conditi con il pesto!!!!!


Tantissime Cose Da Bali…

Ciao ragazzi! Ho un sacco di cose da raccontarvi, vediamo se mi ricordo tutto! Voi siete rimasti al primo giono di Sanur, giusto? Bene, bene… il giorno dopo è stato un giorno di completo riposo, ognuno faceva ciò che gli andava, insomma, è stata  una vera giornata di tranquillità. Il giorno dopo è arrivata la nostra guida, coco, che ci ha fatto fare un bel tour. Siamo andati come prima cosa nella spiaggia di Padang Padang, dalla spiaggia bianca, l’acqua chiara (anche se un po’ sporchina…) e le scimmie… sì, le scimmie! si arrampicavano sugli alberi della scogliera e “assaltavano” i turisti che invadevano il loro territorio. Io mi sono un po’ scottata, ma senza spellarmi, per fortuna! Stufi della spiaggia siamo tornati al forno-pullmino e abbiamo viaggiato fino a un tempio popolato da scimmie (oh ma sono ovunque!).Prima di entrare ci siamo messi il pareo, tranne quelli con i pantaloni lunghi e quelle più piccole, all’ interno abbiamo osservato il panorama, le statue davanti al tempio, e Coco ci ha spiegato cosa fossero quei teli a scacchi neri e bianchi (che fino a prima io classificavo come tovaglie), cioè  che rappresentano il bene e il male il giorno e la notte… Dopo pranzo siamo passati al suicidio: due ore di pullmino per andare a vedere un tempio trasformato in mercato. Il vero obiettivo era quello di vedere il tramonto, ma, causa nuvole, non e’ stato possibile. Il tempio era su una roccia, molto suggestivo. 
Il giorno dopo ci siamo trasferiti a Ubud alle 10.30, ma io mi sono svegliata alle 8 per salutare la piscina con un ultimo viaggio. Abbiamo raggiunto la nostra attuale guest house, ci siamo tolti le scarpe (usanza di Bali) e siamo saliti in camera… Bello!! E’ una casa tipica di Bali adattata: l’unica cosa che mi mette un po’ ha disagio e’ il bagno, perche’ non ha i vetri alle finestre… La sera stessa siamo andati a vedere uno danza, il Kecak, che rappresentava una storia di cui ho capito poco, anzi quasi nulla, ma e’ stato bello, anche se il continuo “kecak” di sottofondo mi stufava un po’.
Il giorno seguente abbiamo fatto la nostra seconda gita con Coco, iniziata con un’altra danza, diversa da quella precedente perche’ accompagnata da musica e non da canti. Io ho preferito la seconda perche’ ho capito di piu’ la storia (forse grazie al foglio in italiano 🙂 ). Poi siamo saltati sul pullmino (con i finestrini aperti si stava molto meglio!!!) Per visitare la casa tipica balinese, che consiste in tante piccole capannine senza pareti che ospitano letto o cucina o una specie di tavolo e il tempio. Non mi piaceva molto quella casa, il fatto di non avere pareti tra cui stare non mi invita affatto. Noi abbiamo malignamente pensato che quella fosse una casa mantenuta cosi’ per i turisti, mentre gli abitanti vivessero in una casa (che in effetti Coco non ci ha fatto visitare) arredata Ikea… Voi cosa credete?? Nello stesso giorno abbiamo visto piantagioni di caffe’ e le risaie (meravigliose, probabilmente perche’ era un paesaggio mai visto), un vulcano (niente di che’) e le tombe dei re, che non mi sono particolarmente piaciute.
Oggi invece siamo andati, anche se non tutti, a vedere il vero, unico TEMPIO DELLE SCIMMIE, pieno,pieno di scimmie. Stavano appiccicate ai turisti per guadagnarsi un po’ (in realta’ molto) cibo… ma vi immaginate una chiesa popolata da scimmie??!! Una che si appende al crocifisso, una che si dondola dal lampadario… No, non ci stanno.
Il pomeriggio sono rimasta nella guest house per scrivere questo post, perche’ e’ stata una vera fatica… comunque ce l’ho fatta, sono riuscita a raccontarvi tutto… Ciao!


Da Singapore a Bali

A Singapore bisogna essere preparati perché bisogna sapere gli orari del tempio che altrimenti si può trovare chiuso, avere un passeggino perchè si rischia che una bambina si addormenti, che, portandola in braccio, perda le ciabatte, rovinando così  l’intera giornata. Perché  vi racconto tutto ciò? Perchè a noi è successo. Abbiamo visitato il coloratissimo tempio indù pieno di strane statue dalla faccia di vari animali e di persone che meditavano silenziose. Tanto silenziose e concentrate che avevo paura di entrare, di disturbare. L’altro tempio invece, non abbiamo potuto vederlo, o almeno dentro. Fuori era in uno stile più cinese, a pagoda. Dopodiché Piccola Viaggiatrice è crollata e quindi la nostra serata è finita lì. Per cercare un passeggino siamo anche andati a cercare nella Sim Lim Tower, una torre famosa per i tanti negozi di elettronica. La mattina precedente siamo andati al Singapore Botanic Garden, un giardino pieno di alberi enormi, tanto belli che mi facevano venire voglia di sedermi su uno dei loro rami nodosi a leggere un libro… Potevo ance farci una pensata, ma… Che caldo! No, non era fattibile.

Giovedì  abbiamo fatto una camminata di quasi tre chilometri per arrivare sul monte Faber, che sovrasta la cittá. Da lì  abbiamo preso la funivia  per raggiungere Sentosa, un parco divertimenti un po’ deludente. Poi siamo andati nella Singapore  che tutti conoscono, quella dei grattaceli. Soprattutto  di sera, quando cala il sole, i palazzi riflettono le luci, così  come l’acqua di Marinabay, creando un gioco di luci spettacolare
.

Dopo il volo non troppo traumatico e il viaggio in macchina in condizione di sardine, siamo arrivati nella nostra gest house , molto bella e particolare. Devo ancora sperimentare la piscina! Di Bali, per ora, posso solo dirvi che brulica di motorini.

Un saluto a tutti. Ciao


Singapore: Toccata E Fuga

Il volo e’ stato lungo, 12 ore seduti (o quasi) non sono uno scherzo…per fortuna la tecnologia aiuta parecchio rispetto a qualche anno fa, e tra un film e l’altro siamo arrivati a destinazione. Dopo esserci ricordati di lasciare le cicche in aereo (l’importazione di chewing gum è severamente vietata), saliamo sulla Metro : il trasferimento all’ hotel e’ stato invece massacrante, la stazione del metro che sembrava essere la più vicina era a mezz’ora di camminata che, con i bagagli e 35 gradi, ha messo a dura prova la nostra resistenza. Peccato avere scoperto solo la mattina dopo che un’ altra stazione era a 50 metri, ma sulla nostra guida (del 2010) quella linea non esisteva….potenza dell’operosità asiatica!!

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Per visitare la città abbiamo avuto due giorni, una toccata e fuga, appunto. Un po’ pochi, forse, ci sono tante altre cose che non abbiamo visto e che ci hanno lasciato un po’ di curiosità. Il primo gorno siamo andati ai Botanic Gardens, una bella oasi di verde (il fresco no, quello non c’è neanche lì…) con all’ interno un parco dedicato solo alle orchidee….mai viste così tante in uno stesso posto !

Nel pomeriggio l’intenzione era quella di girare un po’ per Little India, quartiere indiano molto diverso dal resto della città, ma complice il crollo della piccola e la dimenticanza del papà (il passeggino e’ rimasto a casa :-(((, e portare in braccio 20 kg di calore umano a quelle temperature è deleterio) non ci siamo riusciti.

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Abbiamo però visto un interessante tempio hindu, che ha incuriosito un po’ tutti, a partire dal fatto che naturalmente si entra scalzi.

Il giorno dopo è iniziato di nuovo con una passeggiata in mezzo alla natura, percorrendo il South Ridge Walk,  una camminata sospesa tra gli alberi e le scimmie (che però non abbiamo visto,  con grande delusione di alcuni e sollievo di altri) che ci ha portati al Monte Faber, stazione della Cable Car.

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Pagato il pedaggio del viaggio sulla funivia piena di Angry Birds (abbastanza emozionante, a dire il vero…) più giro su una giostra a Sentosa, siamo poi tornati nella zona dell’ Esplanade, la più scenografica di Singapore, con il teatro, i grattacieli, gli hotel e il Science Centre che si affacciano tutti sulla stessa baia.

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Una conclusione in crescendo e un bel ricordo da portare via da Singapore, una città che si conferma piena di contrasti, non tanto tra ricchezza e povertà (come accade in altre metropoli del mondo) ma piuttosto tra natura e costruzioni, progresso e tradizione, che sembrano convivere in armonia come le tante persone di etnie diverse (quante facce di tutti i colori! ).


Primo Colpo D’Occhio

Eccoci arrivati a Singapore dopo 15, stremanti ore di viaggio… Qualcuno mi ha fatto la richiesta di scrivere in modo da coinvolgerlo nel viaggio, perciò… Appena, dalla sala d’attesa ho visto il nostro aereo, ho pensato: “Che bestione!!”; era a due piani e largo il doppio degli aerei che prendiamo di solito. I sedili erano divisi da due corridoi e su ogni posto c’erano una coperta e un cuscino. Ogni sedile aveva il suo piccolo televisorino e si poteva scegliere tra alcuni film. Si predispone un viaggio fantastico, no? No, non é stato così. Non sono riuscita a chiudere occhio, servivano cibo schifoso e ho dovuto guardare tre film e mezzo per ammazzare il tempo. Ma lasciamo stare il viaggio. Usciti dall’ aeroporto abbiamo preso la metro e… mi sono guardata attorno. Ho notato che sulle scale mobili ci si ferma a sinistra mentre chi vuole camminare sta sulla destra; i nomi dei paesi sono orientali, come i lineamenti delle persone, ma si parla in inglese. Guardando fuori dal finestrino ho visto pagode e altri edifici in stile cinese che si contrapponevano a palazzi colorati dalle quali finestre spuntavano magliette e vestiti, nascosti dagli altri palazzi. Scesi dalla metro ci siamo tuffati nel terribile clima della città: umidità e caldo, si fa fatica a respirare. Camminando per raggiungere la nostra fresca meta ho visto moltissimi giovani che camminavano con il naso appiccicato al cellulare e che rischiavano di investirmi… non lo sopporto!! Siamo arrivati in hotel stremati, stanchissimi, perciò penso che andrò a riposare… Un saluto a tutti e… a domani.


Non è Tutto Perfetto…

In che senso?? Non intendo tutte le valigie prontissime o che altro, ma… be’… ciò a cui devo rinunciare per un viaggio così.
Non potrò giocare la finale del torneo scolastico di pallamano, perchè si svolgerà lunedì; probabilmente non potrò fare il saggio di ginnastica artistica, perchè si farà domenica 3 all’aperto, ma, se piove, sarà rimandato a venerdì 8 e… il disegnino del meteo sono fulmini e saette rosse… 

Insomma, bisogna fare anche delle rinuncie, ma io non so se sono così pronta…

A volte penso: “Ma non saremmo potuti partire dopo la fine della scuola come tutti i comuni mortali??” No, non possiamo… Perciò non mi resta che lamentarmi in silenzio. 😦


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Scaldiamo I Motori (Un Po’ Preoccupati….)

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Sei ore al decollo, i bagagli sono pronti (o quasi….), ed il nervosismo, come al solito, serpeggia….Tutto bene, direi !

L’ unica cosa che non ci aspettavamo di questa partenza è il partire preoccupati: anche ieri sera il terremoto si è fatto sentire, e così, anzichè partire lasciando a casa i parenti preoccupati per il nostro viaggio in luoghi esotici, partiamo preoccupati per i parenti che restano a casa !

Anche questa un’esperienza nuova, ma che avremmo preferito evitare…