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Singapore: Toccata E Fuga

Il volo e’ stato lungo, 12 ore seduti (o quasi) non sono uno scherzo…per fortuna la tecnologia aiuta parecchio rispetto a qualche anno fa, e tra un film e l’altro siamo arrivati a destinazione. Dopo esserci ricordati di lasciare le cicche in aereo (l’importazione di chewing gum è severamente vietata), saliamo sulla Metro : il trasferimento all’ hotel e’ stato invece massacrante, la stazione del metro che sembrava essere la più vicina era a mezz’ora di camminata che, con i bagagli e 35 gradi, ha messo a dura prova la nostra resistenza. Peccato avere scoperto solo la mattina dopo che un’ altra stazione era a 50 metri, ma sulla nostra guida (del 2010) quella linea non esisteva….potenza dell’operosità asiatica!!

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Per visitare la città abbiamo avuto due giorni, una toccata e fuga, appunto. Un po’ pochi, forse, ci sono tante altre cose che non abbiamo visto e che ci hanno lasciato un po’ di curiosità. Il primo gorno siamo andati ai Botanic Gardens, una bella oasi di verde (il fresco no, quello non c’è neanche lì…) con all’ interno un parco dedicato solo alle orchidee….mai viste così tante in uno stesso posto !

Nel pomeriggio l’intenzione era quella di girare un po’ per Little India, quartiere indiano molto diverso dal resto della città, ma complice il crollo della piccola e la dimenticanza del papà (il passeggino e’ rimasto a casa :-(((, e portare in braccio 20 kg di calore umano a quelle temperature è deleterio) non ci siamo riusciti.

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Abbiamo però visto un interessante tempio hindu, che ha incuriosito un po’ tutti, a partire dal fatto che naturalmente si entra scalzi.

Il giorno dopo è iniziato di nuovo con una passeggiata in mezzo alla natura, percorrendo il South Ridge Walk,  una camminata sospesa tra gli alberi e le scimmie (che però non abbiamo visto,  con grande delusione di alcuni e sollievo di altri) che ci ha portati al Monte Faber, stazione della Cable Car.

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Pagato il pedaggio del viaggio sulla funivia piena di Angry Birds (abbastanza emozionante, a dire il vero…) più giro su una giostra a Sentosa, siamo poi tornati nella zona dell’ Esplanade, la più scenografica di Singapore, con il teatro, i grattacieli, gli hotel e il Science Centre che si affacciano tutti sulla stessa baia.

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Una conclusione in crescendo e un bel ricordo da portare via da Singapore, una città che si conferma piena di contrasti, non tanto tra ricchezza e povertà (come accade in altre metropoli del mondo) ma piuttosto tra natura e costruzioni, progresso e tradizione, che sembrano convivere in armonia come le tante persone di etnie diverse (quante facce di tutti i colori! ).

4 Risposte

  1. Elisa

    Uffa,nessuno mi vuole aiutare con questa tecnologia volevo lasciarvi un mi piace e non sono riuscita la Silvia mi guarda con sufficienza e Jacopo mi prende in giro, perché io in realtà non so assolutamente come funziona un blog, e quando mi ha chiesto di iscrivermi mi sono bloccata. Vabbe sarà per la prossima volta, per ora vi rassicuro sul fatto che le scosse in Emilia Romagna sono diminuite anche se pare che ce ne sia stata una abbastanza forte in Friuli ma noi dormivamo della grossa e non l’abbiamo sentita.Alla prossima ciao Elisa

    9 giugno 2012 alle 9:03 am

  2. ambra

    ciao sono ambra! come va lì da voi? vi trovate bn?

    9 giugno 2012 alle 10:07 am

    • Qui va tutto bene, ambra… da voi? So che avete vinto, brave! Tu alla fine hai giocato a pallamano?Come sta la Marty? Ciao.

      10 giugno 2012 alle 1:17 PM

      • ambra

        bn grazie!! sì la partita l’ abbiamo vinta per un pelo ed io sono entrata in campo 2 secondi xkè mi hanno fatta male. La Marty sta bn, tutto a posto. Buona fortuna a tutti e buon viaggio.

        PS. x la foto del saggio ho preso quella seduta.

        15 giugno 2012 alle 10:30 am

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