New York: Grande, Caotica, Multiforme
Grande: te ne accorgi ad ogni spostamento, sia la mattina quando vai verso Manhattan da Brooklyn insieme agli altri pendolari assonnati e arrivi sempre in ritardo sulla tabella di marcia che ti eri prefissato, che la sera, con i piedi stanchi per il tanto camminare e la fermata giusta per il ritorno a casa che sembra non arrivare mai…beata la Piccola Viaggiatrice che, fusa dal fuso, come più o meno tutti gli altri, si addormenta già alle 5 di pomeriggio e viene portata in braccio dalla fermata della metro a casa (grazie fratellone), naturalmente per poi svegliarsi baldanzosa alle 4:30 del mattino.
Caotica: sempre, a partire dalla subway, che perde il confronto con le più efficienti metropoli europee: treni che non arrivano, specialmente la Domenica,poche scale mobili, entrate che ti fanno prendere il treno in una sola direzione (“sir, you’re on the wrong side! “). Per continuare con strade e marciapiedi, sempre super affollati e con gente che attraversa col rosso sotto gli occhi dei poliziotti (è ben lontana la disciplina inglese…)… e poi cantieri, camion enormi e taxi a farla da padroni tra strombazzamenti e sirene polifoniche. Il tutto culmina a Time Square, ombelico della città e somma di tutti i caos possibili..eppure affascinante, con tutte le luci del consumismo a farci sembrare tutto allegro per una notte.
Multiforme: dei contrasti te ne accorgi passando da Bed Stuy, il quartiere dove stava il nostro appartamento tipo torre in affitto, il più popoloso quartiere di afro americani della città, sporco, “sgarrupato”, ma con tanta vitalità (abbiamo comprato le uova all’orto di quartiere, che promuove una dieta più sana per i residenti) a Manhattan con le sue torri scintillanti di cristallo e cemento armato che attirando lo sguardo verso l’alto nascondono alla vista i poveracci che dormono per terra nei vicoli e i tanti che elemosinano qualche dollaro.
È stata una settimana con alti e bassi, sia a causa del meteo (pioggia, nuvole, sole accecante, afa soffocante, temporali, tutto in 6 giorni) che per quello che avremmo voluto fare e non siamo riusciti a fare (MOMA, giro in bici a central park, gita a Coney Island rimarranno sogni nel cassetto ancora per un po’ ).
Tra i momenti più belli una splendida mattina alla statua della liberta (il giorno del compleanno di Viaggiatrice Curiosa, auguri piccola) e i parchi cittadini: non Central Park, troppo grande e famoso per essere apprezzato in poco tempo, ma le piccole oasi di tranquillità come il parco dietro la National Library con libri, giornali e tavoli da ping pong disponibili per tutti, o Washington Square con la jazz band, il signore dei piccioni e gli “acrobati” di colore con il loro show improvvisato.
Ora bye bye New York, mentre scrivo siamo in volo per Buffalo con tre ore di ritardo e il comandante ha appena annunciato che partiamo senza bagagli ma che lui è sicuro al 99% che sono su un altro aereo partito per Buffalo 10 minuti prima di noi. Benedette percentuali!
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