Yosemite E San Francisco Oltre Le Aspettative
Usciti dalla fornace della Death Valley abbiamo trovato rifugio nella fresca Lee Vining dove un bel cottage con 3 camere, cucina, soggiorno e terrazza all’aperto ci invitava a rimanere piu’ a lungo della solita tappa da un giorno (ormai e’ un tormentone: “Quanto restiamo qui?” “Una notte…”). Un po’ meno invitante invece il tipo della reception che ci comunica che la notte prima un orso si e’ introdotto nel coffee shop per svaligiare il freezer…che ci stia prendendo in giro? Per fortuna l’unico orso che vediamo e’ quello di bronzo sulla Main Street, anche se lo stato in cui troviamo un cassonetto la mattina dopo qualche sospetto ce lo lascia:
Il Coffee Shop pero’ non mostra danni da orso e anche l’espresso che ci viene servito non e’ male:
La mattina facciamo una veloce visita al vicino Mono Lake: a me mette un po’ tristezza, si vedono delle formazioni calcaree ma solo perche’ il lago si sta prosciugando, l’acqua se la stanno bevendo molto piu’ a sud quelli di Los Angeles:
Per fortuna i primi panorami di Yosemite ci ritemprano lo spirito, il paesaggio e’ veramente “di montagna”, il passo per entrare nel parco scollina a 3.000 metri e i laghetti sembrano proprio alpini:
Da Yosemite non sapevo bene cosa aspettarmi, avevo sentito parlare di questa valle favolosa che stregava lo sguardo ma non riuscivo ad avere un’immagine di cosa avrei visto. Il primo impatto e’ con le sequoie giganti, sono in effetti molto grandi ma devo dire che dal vivo non mi hanno impressionato come mi aspettavo:
Ben diverso invece l’impatto con la valle vera e propria: passati un paio di tunnel ci si trova in una valle verdissima circondata da pareti di granito a volte quasi verticali che mettono veramente in soggezione, il tutto impreziosito da un fresco torrente che scorre al centro, da cascate sulle pareti e da un laghetto in fondo alla valle…un paesaggio che se non fosse per la quantita’ di turisti che riempiono tende e ristoranti farebbe venire voglia di restarci una settimana, altro che “la solita notte”.
A malincuore invece la mattina dopo dobbiamo lasciare il parco (anche se nessuno rimpiangera’ le tende affittate in cui abbiamo dormito…) e in serata raggiungiamo San Francisco che ci accoglie col suo tipico biglietto da visita: pioggerella, vento forte e nebbia all’orizzonte. Per fortuna l’appartamento e’ una bella sorpresa, solo due camere ma molto ampie per accoglierci tutti e 9 e una bella cucina per prepararci finalmente qualche sano piatto italiano (prima poi dovro’ scrivere un posto sulla “cucina” americana, e’ inevitabile…). La mattina dopo partiamo quindi belli carichi verso il centro di San Francisco: devo ammettere che anche di questa citta’ non avevo un’idea precisa, giusto il Golden Gate e Alcatraz…ho scoperto una media cittadina dall’atmosfera molto pacata, non sonnolenta ma neanche frenetica, se non fosse per i turisti che cercano di salire sulla Cable Car:
Qui quasi tutti i mezzi pubblici sono elettrici, filobus o tram, ho scoperto che riciclano anche vecchi tram di altre citta’, vediamo se qualcuno indovina da dove viene uno di questi due:
C’e’ poi tutta la zona dei moli, certo turistica al 100%, pero’ non in maniera soffocante e con qualche ospite che prende il sole sui moli galleggianti:
Inevitabile la visita ad Alcatraz, un po’ deludente, forse la cosa migliore e’ la vista della citta’ che si ha dall’isola:
L’ultima giornata prevede invece la biciclettata attraverso il Golden Gate, una bella pedalata che si conclude dall’altra parte della baia, a Sausalito con le sue case galleggianti:
E con questa tappa il primo mese se n’e’ andato…la famiglia che era con noi e’ gia’ rientrata a casa, noi continuiamo verso sud, Los Angeles e nturalmente Disneyland!
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