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Hawaii E Relax – Parte 2: Maui

Diciamo subito che Maui non ci ha fatto una grande impressione, non ha la bellezza delle spiagge che ci sono piaciute a Oahu, e’ molto meno “giardino” di Kauai e non è “a la page” come Waikiki (anche se una gallerista d’arte ci ha detto che ad oggi le capitali artistiche del mondo sono New York, Londra, Parigi e Lahaina, qui a Maui…mah…). Qui e’ declinato alla massima potenza il concetto di turismo made in USA: resort e campi da golf ovunque, in certi punti e’ piu’ facile trovare un attraversamento per golf cart che un accesso alla spiaggia ! Per fortuna c’e’ una benedetta legge che obbliga i resort a lasciare un passaggio pubblico, basta trovarlo ed il gioco e’ fatto:

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Se le spiagge non ci hanno entusiasmato abbiamo invece apprezzato i tramonti sull’oceano, finalmente visibili dopo le nuvole quotidiane di Kauai:

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Altra carta vincente di Maui è il suo vulcano più grande, l’Haleakala, che occupa una metà dell’isola riuscendo nell’impresa di mantenerla un  po’ selvaggia. L’abbiamo esplorato in due modi: prima percorrendo la famosa strada per Hana (anche se gli americani, che mettono tanta enfasi su quanto sia difficile questa strada, dovrebbero farsi un po’ le ossa su alcune strade della Sardegna o banalmente sulla strada per Morsiano…) che ne cironda la base del versante est, quello umido, ricco di foreste e di infinite cascatelle, molto pittoresche ma alla lunga un po’ noiose:

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Il giorno dopo invece salendo fino alla sua vetta, poco sopra i 3.000 metri, che per fortuna buca il tappeto di nuvole che circonda sempre la cima del vulcano aprendo la vista su uno scenario “paradisiaco”, che di solito riusciamo a vedere solo a piccoli pezzi dal finestrino di un aereo mentre qui possiamo contemplare a 360 gradi con i piedi ben piantati per terra:

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Molto particolare anche il Silver Sword, pianta che vive solo qui e fiorisce una volta sola nella sua vita:

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E alla fine l’ultimo tramonto a Maui con cui salutiamo le Hawaii e gli USA, prossima tappa il Canada.

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Hawaii E Relax – Parte 1: Oahu E Kauai

Alla fine la magia delle Hawaii si è avverata, qui l’acqua del Pacifico è alla giusta temperatura per un rilassante bagno di mare e le spiagge sono accoglienti.

Di Oahu avevamo letto che non era granché,  che se non si è interessati alla mondanità di Waikiki la si può evitare, che dopo aver visto le altre isole sarebbe rimasto il rimpianto del tempo sprecato su questa isola…a noi invece è piaciuta: sarà stato per il piccolo ma accogliente cottage con micro-giardino annesso, sarà che abbiamo abbandonato subito Honolulu e Waikiki e ci siamo diretti verso la costa est, con le sue belle spiagge bianche, qui il relax post on the road ha avuto un ottimo inizio:

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Anche Waikiki non è poi così male, certo è pieno di hotel e negozi di lusso e ci abbiamo messo mezz’ora a trovare parcheggio,  però ci sono anche tante famiglie del posto che si fanno il loro barbeque tra le palme e decine di giovani e meno giovani che aspettano l’onda giusta:

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Kauai invece è un tuffo nella natura, l’isola è molto piovosa (ma piove soprattutto di notte, anche se ci siamo beccati qualche pioggerella “orizzontale”, cioè acqua che scende ma nessuna nuvola sopra di noi…) e per questo è verdissima oltre ad avere un serie di belle spiagge dalla sabbia dorata:

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In una di queste spiagge abbiamo anche incontrato un ospite inatteso,  una foca monaca che si riposava beata sulla riva al termine della sua pesca quotidiana:

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Ma visto che con il relax è meglio non esagerare, per non rischiare di impigrirci siamo andati a vedere il Waymea canyon, detto il gran canyon del pacifico, ed il vicino parco naturale dove un sentiero nella giungla avrebbe dovuto portarci a vedere un magnifico panorama: molto bello il sentiero (abbiamo anche incontrato una coppia italiana alla ricerca di insetti nel terriccio), una fregatura il panorama, visto che eravamo immersi dentro una nuvola e non si vedeva un bel niente !

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Dopo la faticata ci siamo concessi un bagno in una spiaggia della costa sud, meno bella di quelle a nord viste finora, ma che ci ha regalato due belle sorprese:

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Qui a Kauai la natura è proprio di casa !

L’ultima mattina abbiamo visto una bella cascata e poi abbiamo dovuto abbandonare a malincuore il cottage affittato, stava in un complesso talmente lussuoso che all’arrivo qualcuno dei più maligni ha detto “papà, abbiamo sicuramente sbagliato strada…”, ma soprattutto era circondato da una piacevole terrazza in legno con vista su un curato giardino tropicale che sarà difficile non riportare alla memoria nei giorni più freddi del prossimo inverno…

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San Francisco – Los Angeles, Ultima Tappa On The Road

E cosi’ anche l’ultima tappa e’ andata: quasi 3.000 miglia, 18 motel, 150/200 miglia al giorno…e’ stato bello, ma e’ stato anche duro. Azzeccata la scelta di un solo furgone per le due famiglie, darsi il cambio alla guida e chiaccherare (dormire, mangiare, guardare le foto…) ha alleggerito il peso dei chilometri. Gli ultimi 4 giorni di nuovo come CinqueNelMondo sono stati un po’ nervosi, forse c’erano degli equilibri e dei tempi da ritrovare, ci ha aiutato la baia di Monterey (la prima tappa, proprio nei giorni del GP di moto Superbike, decine di motociclisti in giro per la citta’, tante Ducati rosse), una bella riserva naturale piena di animali marini:

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E poi giu’ verso sud sulla Pacific Highway, in cerca di caldo e spiagge di cui si inizia a sentire la mancanza…le spiagge arrivano ma l’acqua e’ GELATA, anche se qualcuno a fare il bagno ci prova:

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I panorami sono belli, selvaggi, anche se il bel tempo non si fa vedere e mare e cielo sono cupi, grigi:

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E verso la fine una colonia di elefanti marini, la piu’ grande sulla costa: puzzano tanto, hanno una faccia veramente brutta ma siamo stati una mezz’ora a guardarli e a sentire i loro strani suoni gutturali:

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Poi inizia Los Angeles, Malibu’ con le sue ville da ricconi che nascondono il mare e Santa Barbara piu’ “normale”, riproviamo la spiaggia ma l’acqua e’ sempre la stessa:

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Ed infine Venice Beach, che invece e’ proprio particolare, culturismo e stravaganze a farla da padroni:

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L’ultima mezza giornata di on the road ci porta a Hollywood, con la sua scritta famosa che non riusciamo a trovare e le stelle sul marciapiede, ma ormai tutti siamo concentrati sull’ultima meta : Disneyland!!

Che arriva il giorno dopo, eccitante per la Piccola Viaggiatrice, gia’ carica all’apertura delle 8 del mattino, massacrante per Papa’ Sognatore, gia’ cotto alle 3 del pomeriggio, divertente per tutti gli altri fino alle 10 di sera, ora in cui alziamo bandiera bianca dopo il magico finale di fuochi d’artificio:

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E speriamo che le Hawaii siano altrettanto magiche (e che l’acqua sia mooolto piu’ calda).